ARTETERAPIA: lo stato alterato di coscienza nel processo creativo - dott.sa Antonella Agosti

Intervento dell’arteterapeuta dott.ssa Antonella Agosti del 7 dicembre 2023 dal titolo A me gli occhi, a me la voce: tecniche ipnotiche in psicoterapia, arteterapia e medicina – primo incontro pubblico del Ciclo di conferenze Movimenti e Forme del Ben-Essere  - Ass. ReAct e Studio InFormaMentis - Fondazione Caritro Trento


La sofferenza psicologica è uno degli argomenti che prevalentemente interessano la psicologia, questa può essere considerata come la sovrapposizione disordinata di emozioni che pressano più o meno prepotentemente per farsi strada ed esprimersi a livello dell’Io nelle modalità più bizzarre o in forma organizzata come sintomi, dando sfogo a una gamma molto variegata di disturbi o patologie più o meno pesanti. Ciò che crea maggiore sofferenza non è la sofferenza di per sé quanto, invece, la forza con cui tentiamo di opporci ad essa.
Negli stati di sofferenza, si assiste al tentativo della psiche di sottrarsi alle spinte inconsce della propria vocazione, cioè di quel “significato” che dà il senso all’esistenza umana. Il significato dell’esistenza di ogni individuo sta nella capacità di crescere, favorire lo sviluppo della propria personalità; la non riuscita di questo obiettivo causa sofferenza, e il fallimento che ne deriva possiamo considerarlo un conflitto.              Il conflitto, generalmente ci fa entrare in crisi. Il senso della crisi sta nel fatto di mandare le nostre convinzioni, i nostri modelli di apprendimento e di comportamento in confusione non trovando più riscontro o soluzione nei nostri schemi più collaudati, nelle nostre credenze. Il primo passo da compiere per uscire dalla crisi consiste nel riconoscere questo stato, prenderne consapevolezza e poi accettarlo, se non accettiamo di immergerci in queste realtà, ma propendiamo ad evitarle, difficilmente ne usciremo.
Diversi possono essere i tentativi messi in atto per uscire dalle situazioni di crisi, ma solo quando troviamo soluzioni nuove, nuovi schemi, nuove idee, possiamo uscire dai momenti di impasse, e in questa ricerca ci aiutano le nostre risorse e capacità creative. Quando parliamo di creatività siamo portati ad associarla in primis al mondo dell’arte infatti, questo è sicuramente l’ambito d’eccellenza nel quale esprimersi in modo originale, non stereotipato.
Eppure la creatività è una dimensione della vita umana, che non fa di tutti “Leonardo da Vinci”, ma è lo stimolo per trovare risposte individuali nuove nel quotidiano anche in situazioni semplicemente ripetitive o banali, oltre che nei momenti propriamente critici. Se consideriamo la creatività come un processo psichico riconoscibile in ogni individuo, anche se non in tutti in modo manifesto, e non di solo appannaggio degli artisti, ecco che essa diventa uno strumento sia per affrontare i problemi quotidiani che possono bloccarci in certe situazioni, ma anche una chiave per aprirci opportunità nuove nel percorso più ampio dell’intera esistenza. Ed è in quest’ultima prospettiva che la creatività può trasformarsi in un linguaggio rivelatore, un linguaggio di cui le emozioni possono approfittare per esprimersi, farsi conoscere e permetterci di entrare in contatto diretto con situazioni, esperienze, stati d’animo, traumi e sogni rimasti irrisolti. Potremmo parlare per intere ore sul concetto di creatività che varia a secondo del contesto nel quale viene considerata e a seconda degli studiosi che nel corso della storia se ne sono occupati osservandola sia come caratteristica personale che come fattore sociale e culturale, da chi sostiene che la creatività sia una capacità innata nell’essere umano a coloro che sostengono invece che possa essere educabile e sviluppata … ma qui ed ora stiamo sul concetto di creatività per intendere il modo soggettivo col quale l’individuo si relaziona col mondo esterno e pensiamo alla creatività intesa come energia psichica che spinge alla trasformazione, alla crescita.                                                                                                                        La creatività in quanto risorsa di espressività ha sede nell’inconscio e il canale preferenziale di comunicazione con l’inconscio è quello espressivo. L’inconscio è uno spazio accessibile a patto che si disponga della chiave adatta ad aprire questa dimensione particolare della mente.                                Attraverso l’ipnosi , ma anche attraverso l’arteterapia clinica possiamo avere accesso a quella chiave, perché è nello stato intermedio di “trance” da intendersi nel significato etimologico di passaggio, in quanto processo creativoche troviamo la condizione più agevole al suo risveglio o sviluppo, soprattutto, alla sua esplorazione. Guardiamo così al processo creativo come ad un area di mediazione esperienziale (come ci insegna Winnicott) all’interno della quale gli individui possono interagire creativamente con le loro tracce, opere. Si tratta di usare l’arte, l’esperienza creativa, per entrare in contatto con uno stato di coscienza modificato e favorire e permettere che possa esprimersi e dare poi, successivamente, un senso logico a quanto emerso. Il linguaggio artistico offre un nuovo ordine in cui si può fare l’esperienza della realtà che si verifica al di fuori del controllo della coscienza, senza tensioni e il processo creativo rappresenta l’espressione della sublimazione - intesa come una sorta di trasmutazione da uno stato o piano ad un altro -  permettendo all’espressione non conscia di prendere forma (e divenire conscia) attraverso l’utilizzo di materiali artistici. In arteterapia, l’invito alla sperimentazione dei materiali artistici con lo stimolo che viene dato dal terapeuta permettono l’immersione nel processo creativo che schiude le porte della creatività e implica la possibilità di osservare la realtà da prospettive nuove e/o “fare luce” sulla confusione che regna nei momenti critici. L’immersione nel processo creativo è anche l’occasione di apprendimento per re-imparare a creare e ri-creare in continua evoluzione.                          Nel processo creativo con gli strumenti dell’arteterapia clinica tre modalità interagiscono e si integrano:     - la modalità a concentrazione corporea nella quale l’esperienza crea contatto con il materiale artistico ed è fondata sull’esplorazione sensoriale, quella che ogni materiale artistico stimola nel soggetto;                - la modalità a risoluzione formale nella quale il soggetto  è rapito dalla necessità primaria di conferire alla sua opera una forma specifica, una luce, una morbidezza, un ordine e una definizione, senza connessioni simboliche o partecipazione sensorialeQuesta modalità predilige la visione delle forme, ne valuta l’equilibrio, il ritmo, il movimento;                                                                                                            - la modalità a narrazione simbolica che introduce il significato, anche attraverso la sua negazione, e ne definisce la natura attraverso la sua descrizione,  il soggetto giunge alla narrazione simbolica, ossia all’attribuzione di significato a ciò che ha creato, e può collegare i vari passaggi del processo creativo con la propria storia personale. Quando la persona comincia a lavorare con i materiali artistici, invitata dall’arteterapeuta,  sperimentandolila parte intuitiva della mente si disancora dall’aspetto conscio dalla logica dell’emisfero che abbiamo maggiormente sviluppato, quello sinistro, della logica della razionalità dando spazio al destro, creativo, espressivo. È allora che la mente concepisce associazioni che non hanno niente a che vedere con il pensiero razionale e si illumina di immagini inaspettate. (prendere forma). Fare arte, implica la presenza di mente e corpo nel qui ed ora del processo creativo, una totale presenza  coinvolgimento verso ciò che si sta vivendo, offre la possibilità, lo stimolo a prendere confidenza con le proprie risorse e a sperimentarsi in tutte le ipotesi che le proprie potenzialità presentano, e per di più, divertendosi e non con la fatica, e spesso l’ansia, che invece di solito si presentano nel momento in cui si deve cercare soluzioni o prendere decisioni e che spesso portano a rinchiudersi in automatismi e comportamenti fissi e ripetitivi, sicuramente più comodi e rassicuranti ma anche appunto, fissi, stabili e non in evoluzione. (fuori zona comfort)                                                                                         Fare arte coinvolge l’individuo nella sua totalità mente e corpo. L’attività creativa infatti, richiede un impegno intellettivo e cognitivo sopratutto nella seconda parte dell’incontro terapeutico, nella prima parte,  l’immaginazione e l’ideazione del prodotto nel tempo del processo creativo, richiedono invece un impegno percettivo, sensoriale e motorio legato alla produzione artistica in senso stretto - come abbiamo visto nelle tre fasi del processo. . La tecniche di arteterapia hanno così la funzione di porre in miglior comunicazione soma e psiche, mente e corpo e di far in modo che vi sia un rapporto più fluido ed equilibrato e dunque più sano. (e autentico) Il processo artistico si attiva a prescindere dalla presenza o meno del terapeuta, mettersi a dipingere, a scarabocchiare, a scolpire, così come a danzare, è di per sé trasformativo. La presenza dell’arteterapeuta è quella del testimone attivo al processo e può supportare e sostenere nonché aiutare a comprendere il linguaggio e le dinamiche espressive, divenendo un facilitatore. L’elaborato,  proprio per la sua natura simbolica è oggetto di elaborazione e di rivalutazione nel corso di un percorso terapeutico.         Attraverso gli strumenti dell’arteterapia la persona si relaziona sia alla realtà interna che esterna e si prende la libertà di individuare, contattare e sperimentare tutte le potenzialità inespresse, sia dentro che fuori sé e in questo modo scoprire risorse e strategie d’interazione con sé e l’altro, nuove. L’arte è uno strumento affascinante ed efficace che può dare la possibilità ad ogni persona di accedere al proprio potenziale sconosciuto. 

L’espressione artistica, non è solo vista quindi, come mezzo per l’espressione dei conflitti e/o sfogo di stati emotivi ma come strumento per la loro risoluzione e come risorsa per la crescita e la maturazione personale.