Dipendenza Affettiva


DIPENDENZA AFFETTIVA  

tratto da In Vetta alla Vita - un viaggio nell'anima verso la libertà - Antonella Agosti - Altromondo editore

Dipendenza è ricreare un rituale non sano che insiste persiste e ti accompagna nell’esistenza come appiglio. È il filo di ferro che ti può tagliare le mani nella ferrata sulla roccia, è il sentirsi aggrappati a qualcosa per non cadere e morire. È una guida costruita che ti illude nel percorso di libertà ma in realtà ti limita, ti frena e sì, ti porta sulle cime anche più difficili e pericolose ma ti obbliga a starne legato, ti è da supporto, e se la lettura non è sportiva e ci racconta di una prestazione fisica, è un dipendere da, per la vita. Non è camminare al passo con la roccia, sulla roccia, sul prato sul sentiero, è un obbligarti ad appigliarti ad un affetto per uscirne vivo. Diversamente, ci si sentirebbe preoccupati, spaventati, soli. La dipendenza altro non è che un’alterazione del comportamento che da semplice o comune abitudine diventa una ricerca esagerata del piacere attraverso mezzi, sostanze o persone. Per nominarla si usa il termine addiction; è un processo attraverso il quale si produce, inizialmente, un comportamento che può avere la funzione di procurare piacere e di alleviare un malessere interiore ma successivamente, si caratterizza per un costante fallimento sul controllo e per la sua persistenza, a dispetto delle conseguenze negative che produce. La persona, diventando dipendente, perde il controllo della sua stessa vita e benché desideri uscirne,  compie tentativi che risultano fallimentari fino a quando decide di prendersi a cuore e curare le sue ferite, con radici antiche e spesso legate alla sua storia evolutiva, alle abitudini di vita quotidiana, alle modalità comportamentali. Nel percorso verso la libertà, la dipendenza va guarita. L’oggetto e la persona, importanti per l’esistenza non devono trattenere e impedire il passaggio naturale, possono essere oggetti transizionali importanti nella crescita, come l’amore della mamma ma poi devono insegnarti a scalare la montagna raggiungendo la croce sulla cima con la piena libertà del tuo passo. Passo lento e corto. Fai capo alle risorse e competenze personali. 

Con dipendenza affettiva non intendo negare la potenza e la verità del legame all’altro, alla madre, al fidanzato, anzi, è proprio per potersi liberamente legare che è necessario distendere la dipendenza per creare sane relazioni che coesistono e viaggiano in parallelo incontrandosi per un caffè, per una passeggiata, per fare l’amore, sotto lo stesso tetto e nelle piazzole di sosta per emergenza. Questo è legarsi e questo è vivere nella libertà della propria anima con il proprio spirito. Lo spirito libero è colui che si ama e ama l’altro, nell’incontro che divide condivide e protegge, per tutelarlo a sua volta, nella sua libertà. La dipendenza è l’incapacità di farne a meno, ma non per amor proprio, diversamente, per proteggere in maniera insana le proprie ferite, scappando dalla consapevolezza, e creandosi un alibi.                                               Dipendere in una relazione anomala equivale purtroppo a credere che il proprio valore dipenda dal valore che l’altro ci ha concesso.                    

L’adattamento e la dipendenza vissuta non vanno lette solo in accezione negativa, anzi, rappresentano ferite da guarire per ritrovare sé stessi e vivere al meglio le relazioni.


“Nessuno ti conosce bene come il dolore che ti porti dentro. Non c’è amico, non c’è amore       che possa raccontarti chi sei, con la stessa minuziosa cura. (...)” (Andrew Faber)


Con gioia

Antonella