L’altro è il mio specchio.
Quando dimentichiamo le nostre ferite , queste finiscono per divenire parte del nostro inconscio influenzando i nostri pensieri, stati d’animo e comportamenti. Il nostro interiore inizia a essere abitato da carenze affettive che hanno avuto origine in tenera età, ma che si svegliano e/o diventano più forti nella relazione con l’altro.
Dobbiamo imparare a vedere nell’altro, sempre con gratitudine e senza giudizio, le nostre ferite profonde. Le relazioni che si manifestano nella nostra esistenza fungono da riflesso.
Le pene che uniscono possono anche separare. Se non curiamo i nostri dolori, questi prima o poi inizieranno a deteriorare le relazioni e soprattutto continueranno a ricondurci in situazioni deleterie e ripetitive. È come se la vita cercasse di inviare riflessi che segnino il nostro cammino per crescere, per evolvere. Se non li analizziamo e ignoriamo le informazioni che ci danno, non cresciamo -o lo facciamo più lentamente- e le nostre relazioni saranno più fragili.
Per questo, i vincoli che manteniamo con gli altri, secondo la teoria dello specchio, possono apportarci informazioni molto utili su di noi e sullo stato di queste ferite che non abbiamo ancora integrato nella nostra storia. La teoria dello specchio di Jacques Lacan[1] ci aiuta a comprendere questo fenomeno. Secondo l’autore, la costruzione della nostra identità personale si produce tramite la ricezione di noi stessi negli altri. In questo modo, i rapporti che manteniamo con gli altri sono riflessi o proiezioni di aspetti della nostra personalità che ci piacciono o meno.
Cosa dice la teoria dello specchio? Così come ci sono parti del nostro corpo e della nostra immagine che non ci piacciono quando ci guardiamo allo specchio, non accettiamo neanche alcuni aspetti della nostra personalità. Troviamo negli altri certi riflessi che non gradiamo, poiché si tratta di tutto il materiale represso dal nostro inconscio. In qualche modo, dunque, alcune delle caratteristiche che ci piacciono meno degli altri li ritroviamo in noi, anche se in forma simbolica. Quello che non gradiamo degli altri è in parte anche quello che non gradiamo di noi stessi. Proiettiamo di continuo una parte di noi.
La teoria dello specchio, dunque, è una visione che propone un diverso approccio: proteggerci dagli altri affinché non ci feriscano in seguito a una visione dalla quale sorge una domanda: “Perché sto vivendo questa situazione con questa persona e cosa c’è in me di quello che non sopporto in lei?”. Poiché in generale non siamo capaci di vedere le nostre ombre e persino le nostre virtù, la vita ci regala relazioni per mostrarci direttamente cosa risiede in noi.
L’altra persona ci fa solo da specchio, riflettendo la nostra immagine e dandoci la possibilità di ritrovare noi stessi.
Provare per credere!
Con Amore
Antonella