“Andate nel bosco. Se non andate nel bosco, nulla mai accadrà e la vostra vita non avrà mai inizio.” (Clarissa P. Estés)
Ogni essere umano possiede la consapevolezza?
È innata nell’uomo, a livello potenziale, ma solo chi la riconosce in sé può intuire o realizzare che essa è in ognuno di noi, e proprio perché l’essere umano ha il potenziale di essere consapevole, ha anche la libertà di elevarsi o cadere al di sotto di se stesso. È la consapevolezza stessa che ci guida a comprendere la nostra libertà.
Abbiamo il libero arbitrio per scegliere se elevarci o cadere; è il processo che scegliamo di inseguire che ci permette di manifestare ciò che siamo, ciò che abbiamo già raggiunto, che raggiungeremo o meno, proprio grazie alla maturazione della consapevolezza. Se accogliamo la nostra sofferenza osservando le cadute e gli errori, se riguardiamo nel nostro passato, ci dirigiamo verso la graduale realizzazione della cara amica consapevolezza. Lei è soggettiva, ha a che fare con il nostro Essere, con la nostra vera natura, nel qui ed ora del nostro processo evolutivo. Non saprei diversamente definirla: non posso dire cosa sia, posso dire che posso e puoi, riconoscerla, viverla, esserla. È la nostra materia prima, sostanza di cui possiamo disporre per crescere. L’abbiamo innata e possiamo continuare a raggiungerla per migliorare le nostre esperienze vitali, quella che raggiungiamo ci mostra le nostre risorse, i punti di forza e i mezzi a disposizione per proseguire ad incontrarla. Un percorso infinito. Ti chiama in modo strano: si manifesta a te attraverso bisogni e aneliti… e se decidi di attenzionarli, la visuale della tua vita si amplia verso orizzonti meravigliosi, dai quali scorgi il sole nell’alba e nel tramonto e non, come in una Valle chiusa, solo i colori dell’esperienza. Chi di noi è consapevole, o lo sta diventando, vive il percorso di vita con gioia e via via che lo percorre, lo ama, si sente felice e soddisfatto, è libero. L I B E R O.
Associo la consapevolezza avvicinandola alla persona, all’essere che già è al corrente di qualcosa (per esempio: <<io non ero al corrente del mio passato fin che l’ho idealizzato difendendomi dal sentire>>), che sa. Si ferma. Lo accoglie, lo osserva. Da solo o accompagnato, apre la porta del magico mondo, comincia a diventare consapevole di non esserlo. E la via diviene rapida veloce è spettacolare. Certo, parliamo di processi delicati, fragili e dolorosi, ma inevitabili se si vuole uscire dalla melma in cui ci si trova, se si vuole crescere, divenire esseri soddisfatti e felici.
Solo la Verità, e la sua presa di coscienza, permette alla persona di intraprendere il viaggio della libertà che parte da noi, lascia il passato (perdonato) alle spalle, e prosegue con forme e colori che emergono suoi, solo ed esclusivamente se è divenuta consapevole dell’esistenza delle matite colorate che tiene nel cassetto, che potrà scegliere o non scegliere di usare e come usare. Ma sa di averle, sa chi gliele ha regalate, e sa che colori le stesse hanno: i suoi.
Tempo fa, non ricordo dove, ho letto una metafora sulla consapevolezza che mi ha colpito: cerco di raccontarvela. Parlava di una questione di piani e mi accompagnava a immaginare la consapevolezza come un paesaggio naturale con vari habitat e diversi abitanti, ognuno dei quali rappresenta un livello della scala evolutiva. Il lombrico, strisciando sul terreno ha una vista limitata, una visuale ridotta. Non potrebbe fare diversamente, la sua condizione di quel momento determina dove si trova. Ciò che vede è commisurato alla realtà di ciò che è lui. Per il suo avanzamento deve risalire i fili d’erba, che per lui sono tronchi, come sassolini montagne. Il percorso è di sola salita, difficile e faticoso. Un bel giorno (magia per il lombrico, e metafora di crescita per noi), superato il livello più basso, il lombrico non striscia più, si è dotato di quattro zampe, diventa un bel leone. La sua visuale è cambiata, ancora non può volare nel cielo, ma i fili d’erba li trova soffici e i sassolini superabili agevolmente. Può spostarsi velocemente e comincia ad intravedere squarci di paesaggio. Il leone, ora, sa mettere in relazione più elementi. La storiella proseguiva con l’invito ad immedesimarsi in un’aquila. L’aquila, ormai lontana dalla condizione di lombrico, può cogliere tutto il paesaggio nel suo insieme e all’occorrenza potrà scendere e focalizzarsi su un solo obiettivo. La visione diventa d’insieme. La nostra parte inconscia è programmata dalle esperienze, dagli insegnamenti, dall’educazione ricevuta, dalle situazioni passate, involontariamente subite, e vuole sempre avere la meglio su quella conscia pertanto, tendiamo a stare nella zona confort del lombrico, protetto dai fili d’erba, per lui grandi tronchi sicuri ma senza una visuale d’insieme sulla nostra esistenza.
La soluzione a questo stato è la Consapevolezza, la presa di consapevolezza che si raggiunge comunicando con noi stessi, capendo e lavorando sui nostri meccanismi interni (difese) con la capacità di correggere, ove possibile, ciò che ci condiziona a vivere non come vorremmo ma come le nostre superficiali condizioni consce ci impongono. Allora innalziamo il nostro Essere e raggiungiamo quei cieli che diversamente non avremmo potuto godere. L’aria si fa più pura e la visuale, S P E T T A C O L A R E.
Più matura è la tua amica consapevolezza e più la tua visione è ampia ed equanime: innalzandoti prendi la giusta distanza dalle cose, ognuna di esse è parte del paesaggio, nessuna prevale sulle altre né ingombra o ostruisce il campo visivo. Non sei assorbita/o dalle cose, le vedi con apertura, puoi spaziare, penetrare.
Sei libera/o!
La consapevolezza ti permette di superare te stessa/o di cambiare, di trasformare i tuoi meccanismi e le tue esperienze passate in paesaggi mozzafiato, permettendoti di poter scegliere la meta che più corteggi e desideri, e lo puoi fare senza difficoltà e liberamente poiché hai spostato ogni sassolino e superato ogni cima, sei nel cielo blu, e puoi volare. Vuoi volare? Puoi essere diversa/o dal ‘morto che cammina’, puoi lasciare indietro il tuo lombrico. Puoi vincere tutte le battaglie della tua vita, perché cominci a sceglierle con un pensiero autentico ed una responsabilità libera e limpida: quella che ti vuoi assumere.
S P E T T A C O L O! La vita è uno spettacolo! E anche per riconoscere tale meraviglia, hai bisogno dell’amica consapevolezza!
La consapevolezza nasce in te, appartiene al tuo presente ed è sempre attuale. La consapevolezza è lo sfondo, il cielo infinito, sta dietro alle tue nuvole. Chiama il vento, impara a soffiarle via, penetrale, un po’ vedrai nebbia, un po’ sentirai umidità, ti bagnerai di pioggia, ma lo spettacolo che ti attende dietro, è impagabile. Sembra che parli di passato, di passato da affrontare, rielaborandolo con consapevolezza.
La consapevolezza è la fonte delle soluzioni ai problemi della vita, la chiave di tutte le porte. È la base e la guida della percezione che cambia, si affina ed evolve, con l’accrescere della consapevolezza stessa. È la fonte e la base, di ogni autentica conoscenza. (…)
tratto da: In Vetta alla Vita, Antonella Agosti - Altromondo editore
Con Amore
Antonella